I premi letterari di "Etruria Faber Music"
Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
III Edizione 2019
Categoria "D" (Adulti)
III Premio
Simona Grillo
Motivazione Ricerca poetica, pace dell’interiore e delicatezza stilistica connotano la poesia di Simona Grillo e le sue liriche Silenzio e Cerco la sublime armonia. Nella prima, il silenzio fa da protagonista e diventa quasi – e paradossalmente – una lingua, un puro mezzo comunicativo con il quale interloquire, inframezzare e spezzare il «vocio enfatico di parole arcinote». Proprio attraverso questa impegnata meditazione, avviene la riscoperta dell’essere cosa umana nel mondo, e dell’essere donna, fino alla liquefazione corporea finale, dove tutto evapora e tutto diventa fibra della natura. In Cerco la sublime armonia, l’autrice si interroga sulla ricerca del mezzo poetico, ovvero della parola stessa: la ponderata, armonica ed esaustiva formula creativa che tutti gli scrittori affamati di poesia desiderano raggiungere. Alla dimensione puramente soggettiva è inglobata (o contrapposta?) quella oggettiva della realtà: il mondo «intorno a me tace/ la vita percorre febbrili sentieri/ ignoti al mio sentire». Anzi, la chiusa finale sembra rincalzare l’ipotesi di una realtà soggettiva fortemente isolata dal contesto e dal cotesto del mondo: «perduta in un limbo che non è cielo/ e non è terra».
Nel Silenzio
Sono stanca di parole sempre uguali,
che ripeto per coprire l’imbarazzo
del silenzio,
che taciute troverebbero una via
più eloquente del dire.
Il silenzio è mio amico
negli scomodi sentieri sconosciuti…
Libera dall’ingombrante
vocio enfatico di parole arcinote,
io mi dissolvo nelle cose
che vivono intorno
e che hanno prepotenti contorni reali.
Nel silenzio ascolto
la lingua dimenticata
Del mio corpo,
il suo dialetto antico e familiare.
Mi accorgo di essere anch’io
cosa del mondo,
autentica e viva,
mentre il mio respiro lentamente
rallenta e diventa
il respiro salato del mare,
il palpito luminoso e algido
di stelle lontane.
Simona Grillo (Crotone)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
III Edizione 2019
Categoria "D" (Adulti)
II Premio
Gennaro De Falco
Motivazione E' poesia della presenza-assenza, della stasi e del dinamismo quella che connota i versi di Πάντα ῥεῖ e di Via El Alamein, 67 del poeta Gennaro De Falco. Nella prima riecheggia il motto del filosofo Eraclito: in una realtà intrisa di storia e inderogabilmente obbligata al divenire delle sue cose, si contrappongono quadri-immagini liberi di accennare al presente e al passato, svincolandosi così dagli statici criteri della cronologia degli eventi. In questo tempo dinoccolato, la figura femminile – metafora dell’amore – è parte dell’intimità atemporale del poeta, che sembra fungere da collante tra le due realtà l’ultimo verso: «e non c’era lesione tra te e il mondo». La poesia Via El Alamein, 67, ambientata a Milano, si mostra come un contemporaneo canto d’amore crepuscolare: la pesante routine di una metropoli e il suo traffico, l’ultimo autobus vuoto e forse poco profumato, il capolinea deserto, il finestrino forse opacizzato dai fumi del giorno. E proprio su questo finestrino, solo l’ombra della donna (o dell’amata?) si appoggia: un’apparizione salvifica, quasi angelica, tanto che il «nome» di lei «non ha più sillabe».
Via El Alamein, 67
Ci ammutiniamo,
ripetiamo la perpendicolare della carezza
tracciamo il rischio della collisione.
Questo è il compiersi dell’amore
astrarre la trasformazione, rinnegare
l’ipotesi nominale del tempo
quel tempo che finisce
inaudito e improvviso
nel grande gorgo di Milano
quando si spegne per sempre
la luce bianca della corsia
e si perde il centro,
esplode l’atomo, si frantuma l’universo.
Così pare vuota l’ultima corsa della 92,
nessuno al capolinea che aspetta, solo la tua ombra
appoggiata al finestrino.
Il tuo nome che non ha più sillabe.
Gennaro De Falco (Crotone)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
I Edizione 2017
Categoria "C" (Istituti Superiori)
I Premio Assoluto
Leonardo Donà
Motivazione: La costruzione della struttura poetica in rima è rischiosa, perché può banalizzare il verso; al contrario e in questo caso, la rima è stata sapientemente usata e risulta essere l’efficace espediente con cui l’autore ci rende leggero questo volo poetico sulla condizione umana, per non spaventarci dell’inabissamento in cui ci trascina nella descrizione delle miserie degli uomini. Leonardo non ci impedisce, però, di incontrare con meno dolore gli occhi vuoti della donna, quelli che nella poesia Sul ciglio della strada penetrano con tale forza da riuscire, finanche, a farci sentire il freddo e la violenza di una vita che non doveva andare così, una vita che per nessun essere umano dovrebbe andare così. Nessuno ne conosce il cuore: così canta il poeta, e le linee disegnate dai versi, a scorrerle tutte in un’occhiata sola, sembrano l’elettrocardiogramma di un cuore su cui grava un macigno, perché come recita un altro verso: Nessuna bimba, da adulta, ha il desiderio di divenir prostituta. L’egoismo inaridisce il cuore dell’avaro (in L’avaro) ed è alla radice dello sfruttamento dell’essere umano e della sua brutale cosalizzazione. Solo l’amore sa chi siamo, solo nell’amore possiamo essere riconosciuti. Tu sei è l’ultima delle tre poesie proposte dal giovane Leonardo. L’identità è protetta dall’amore, dall’incontro degli sguardi e la rima si fa tenera, tenera come la più tenera carezza.
Tu Sei
Per me tu sei come l'acqua per il fiume,
come le stelle per il cielo,
come nell'oscurità il più vivido lume,
come per la primavera il dolce disgelo.
Sei come la vastità dei cieli più tersi,
dolce come la più dolce melodia,
come del sommo poeta i sommi versi,
il senso più profondo di questa vita mia.
Sei come l'aria per i polmoni,
come lo splendido fiorire della rosa,
sei il più soave di tutti i suoni,
sei una creatura meravigliosa.
Sei come l'acqua in un deserto,
ed io m'allieto ad ammirar la tua delicatezza,
che con grande fortuna ho scoperto,
ed è tenera come la più tenera carezza.
Sei bella come dell'usignolo il canto,
e tremo al pensier ch'avrei potuto non incontrarti,
e il mio cuore si scioglierebbe nel pianto
se non prevalesse il desiderio d'abbracciarti.
E nonostante tutto non trovo parole
per descrivere come sei,
e quanto batte il mio cuore
quando i tuoi occhi incontrano i miei.
Leonardo Donà (Verona)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
I Edizione 2017
Categoria "B" (Scuole Medie)
I Premio Assoluto
Ilaria Vescovi
Motivazione: Carica di suggestione, la sua forma poetica è un’esperienza di solitudine che guarda alla morte come a un autunno, e al mondo come a una prigione «dove gli uomini si credon così forti» e il Natale appare come la sicura e confortante fine della sera in cui «le strade paiono interminabili fili di vita e di luce». Si abita, così, in un’illusione nel tempo scandito dal verso costruito con un solo verbo, quel «paiono», che sottolinea la precarietà di quei fili di vita e di luce descritti. Essi, infatti, non sono che un’interruzione momentanea di quel “lento oblio” di cui Ilaria parla, poi, nella poesia E un altro autunno se ne andò: qui la luce non nutre perché è “luce di insaziabile malinconia”, l’unica che ci viene descritta come illuminante il cammino della giovane poetessa. E tutti interroga il verso che recita: «Ogni tanto penso se tutti abbiamo una vera esistenza» (in Le anime perdute), perché l’anima può perdersi ancor prima di morire, e vivere mille morti abdicando sotto il peso del dolore, degli anni, della solitudine e del silenzio. Quella di Ilaria Vescovi è poesia che ci pone implicitamente delle domande, in un tempo in cui sembra, invece, che anche per la conoscenza profonda degli individui già siano pronte le più varie risposte.
Le anime perdute
Se potessi
paragonerei la morte,
alle foglie secche
che cadono in autunno,
nell'infinito universo
delle anime perdute.
Quella sera d'estate
sotto un albero di olivo,
ti pensai così intensamente
da non capire
che sei quel soffio d'aria fresca,
che avvolge la mia anima.
il mondo alla fine che cos'è?
Una prigione dove gli uomini
si credono così forti...
Ogni tanto penso
se tutti abbiamo
una vera esistenza.
L'indomani aprii
gli occhi, e cercai
con lo sguardo,
un'agenda,
dove a un certo punto
le pagine, iniziavano
a divenire vuote...
Ilaria Vescovi (Asiago - VI)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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