Premio Letterario Nazionale
MARIA MADDALENA MORELLI
"Corilla Olimpica"
- Città di Pistoia -

I Edizione
2017

Categoria B

Primo Premio Assoluto

 

E un altro autunno se ne andò...

Nel silenzioso bagliore

i vespri

cessarono il loro lento oblio,

luce d'insaziabile malinconia

e i passeri

si quietarono,

segnali muti e incomprensibili.

Così arrivò,

stanco e desolato

un vecchio,

appesantito dagli anni

e da scarponi

legati da ricordi abbandonati.

Poi

venne per lui

ancora una volta,

la morte,

compagna ed amica

del passato.

Così un altro autunno se ne andò...

Ilaria Vescovi (Asiago - VI)

Premio Letterario Nazionale
MARIA MADDALENA MORELLI
"Corilla Olimpica"
- Città di Pistoia -

I Edizione
2017

Categoria C

Primo Premio Assoluto

 

Tu Sei

Per me tu sei come l'acqua per il fiume, 

come le stelle per il cielo,

come nell'oscurità il più vivido lume,

come per la primavera il dolce disgelo.

 

Sei come la vastità dei cieli più tersi, 

dolce come la più dolce melodia,

come del sommo poeta i sommi versi,

il senso più profondo di questa vita mia.

 

Sei come l'aria per i polmoni, 

come lo splendido fiorire dellarosa, 

sei il più soave di tutti i suon, 

sei una creatura meravigliosa.

 

Sei come l'acqua in un deserto,

ed io m'allieto ad ammirar la tua delicatezza,

che con grande fortuna ho scoperto, 

ed è tenera come la più tenera carezza.

 

Sei bella come dell'usignolo il canto,

e tremo al pensier ch'avrei potuto non incontrarti, 

e il mio cuore si scioglierebbe nel pianto

se non prevalesse il desiderio d'abbracciarti.

 

E nonostante tutto non trovo parole

per descrivere come sei,

e quanto batte il mio cuore

quando i tuoi occhi incontrano i miei.

 Leonardo Donà (Verona)

Premio Letterario Nazionale
MARIA MADDALENA MORELLI
"Corilla Olimpica"
- Città di Pistoia -

I Edizione
2017

Categoria D

Primo Premio

 

Una carezza ancora

La mia mamma è la solitudine di una pietra grezza

una risata nascosta fra le mani

una lacrima asciugata in fretta nello strofinaccio.

Ha, mia madre, mani ruvide

mosaici di rughe sul viso

sulle spalle la curva della vita,

un vecchio maglione stinto

che si è fatto lungo

e lei sempre più corta.

Mia mamma ha negli occhi verdi

ancora il velo della paura

di quell'infanzia da sfollata,

un senso di mancanza

di padre, di fiabe, di pane e cioccolata.

Mia madre invecchia dentro casa

ad ascoltare la pentola che sobbolle, 

a rammendare calzini e pazienza 

mentre io gioco a moscacieca

sicura di trovarla sempre al mio ritorno,

lei che ha timore degli accidenti di questo mondo

e mi affida mille raccomandazioni,

la porta chiusa alle mie spalle senza far rumore.

Mia mamma un giorno che avevo cinquant'anni

mi ha abbracciato stretto

e mi ha lasciato fra le dita sillabe di poesie

che oggi maldestra ricompongo

china su vecchi quaderni

cercando a ritroso ancora quella carezza.

Daniela Sandrolini (Marzabotto - BO)

Premio Letterario Nazionale
MARIA MADDALENA MORELLI
"Corilla Olimpica"
- Città di Pistoia -

I Edizione
2017

Categoria D

Secondo Premio

 

Un gioco d'amore e vento

Sai che m'è caro questo chiacchierar di stelle,

il sentirle vive, teneramente tremule per un gioco

d'amore e vento, perla grazia di un cuore che si muove.

Mi sono care le parole, creature di sabbia.

Il lento sbriciolarsi delle cose e l'improvviso vortice,

il disfarsi e ricomporsi delle dune in cieli sterminati

e soli, in cui mi perdo in quest'urlo di tempesta

e ritrovo le storie sulla strada del ritorno.

E quello stormo di aquiloni involo, te ne parlai,

ricordi, con gli altri uccelli dietro, chiedendosi forse

chi sia e che cosa faccia lassù tra quegli altri quello

ch'è simile e diverso a un tempo, e forse un poco

s'innamorano di quel congegno strano, nutrito

dalla stessa brezza ma appeso al capriccio

del filo e di chi per mano lo conduce, sogno

di libertà di chi è prigioniero della terra.

Ma mi è caro più di ogni cosa il mar, quell'isola

che accoglie tra le braccia il mio naufragio, e si fa culla

quando mi strappo di dosso le coperte e sento il freddo

e il buio è duro negli abissi, non c'è luna nè respiro;

non mi basto e non mi basta la scheggia nell'osso,

lo spigolo indurito delle mani, la ruvidezza gentile

del silenzio intagliato nel legno, quando canto

la mia carezza sulle labbra, e ancora confondo

un fiume con l'altro, un dolore con l'altro,

ma la quercia è la stessa, radici alla terra e rami a cielo,

e al fremito delle sue foglie in controluce riconosco

ogni passo, e il fuoco dell'anima, la ribellione,

ai numeri e ai fatti e l'incanto della luce.

Specialmente adesso, amore mio, 

che quasi senza pensarci, si fa sera.

Alexandra McMillan (Genova)

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