I premi letterari di "Etruria Faber Music"
Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
VI Edizione 2023
Categoria "D" (Adulti)
I Premio
Elisabetta Liberatore
Motivazione: Echi stilistici della poesia intimista ed emulazione della cosiddetta “poesia del quotidiano” connotano le liriche di Elisabetta Liberatore, intitolate "Diaspora" e "L’ultimo miglio" ed entrambe dedicate alla figura paterna. Nella prima, la progressiva riduzione e la conseguente dispersione delle capacità e delle facoltà mnemoniche scandiscono il dettato lirico. L’autrice rappresenta la figura paterna al momento del suo ritorno a entità creaturale e primordiale causate dalla demenza senile. Il progressivo spegnimento di ogni ricordo – culminante in un ultimo e fatale naufragio – conduce alla definitiva desolazione: a quella personale quota di nulla non resta che la voce di riporto di una figlia, che rammenda e ritesse i fili della memoria paterna. Nella seconda poesia, il lettore è trasportato in una triste una scena di vita quotidiana: il lento decadimento del padre culmina nella conduzione di una morte serena, pacifica ed epicurea. Alla volontà di trapasso corrisponde una volontà di travaso di vita: alla figlia non resta che diventare la figura ospitante la continuità vitale dell’esistenza paterna, ormai evasa e non più personalmente riproducibile.
Diaspora
Dedicata a mio padre
che soffre di demenza senile
In questo tempo bucato,
tempo di lenti naufragi
dove la vita fa male,
tu cerchi tuo padre
ma non ricordi il suo nome,
invochi l'origine,
mani di madre distese
sull'abito delle feste,
la bussola, la stella polare.
Un giorno riavrai ciascuno
dei loro istanti,
ogni giorno, mese, anno,
ogni numero e il suo rovescio,
perché noi siamo uguali, ora,
in questa quota di nulla
in cui ti manca la voce
e la mia è una vertigine sconosciuta
di cui prendo nota
come diaspora per farne un finale.
Tu ogni volta non arrivi alla notte
e decidi la parte breve di un gesto,
la pagina che non vuole crescere,
la parte di buio su cui sdraiarti.
Io ti racconto la tua idea di paradiso.
L’ultimo miglio
Dedicata al fine vita di mio padre
Sono giorni di pareti bianche,
di sale d'aspetto imparziali
come un gioco mai terminato,
di poster disegnati altrove,
lontano dalle nostre suppliche
alla vetrata di turno,
giorni di protocolli
per timbrare il tuo ultimo miglio
con la forza di una tempesta.
Dovrò ringraziare
chi mi porge le spalle forti
col camice bianco dei cieli chiari,
in questo tragitto di croci
su volti arresi alla notte,
dovrò sciogliere il tuo nome nell'ambra,
raccogliere una ad una le ore
per stenderle davanti al tuo letto.
Sarò ogni foglia che ancora regge
sui rami rivolti a un altrove
che nessuno conosce,
sarò sasso e vento,
sarò il sangue di cui hai bisogno
per non piegarti alla notte,
sarò goccia di soluzione dentro le vene,
il segnatempo di un tempo
che strappa il silenzio,
lucerna nel niente che ti rapisce
e cancella i visi e le idee.
Il tuo filo di voce
è ancora un'estate interminata,
il verde che ancora avviene.
Elisabetta Liberatore (Pratola Peligna - AR)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
VI Edizione 2023
Categoria "D" (Adulti)
II Premio
Annalina Paradiso
Motivazione: L’insistenza delle interrogazioni retoriche organizza e struttura la prima lirica dell’autrice, ossia Come si racconta. In essa, la guerra e il conflitto – al tempo stesso genericamente e particolarmente evidenziati come oscenità e insensatezza etiche, morali e umanitarie – diventano i temi principali che formano un canto sordo di denuncia e di rammarico. Le difficoltà circa le modalità di pensare e di descrivere la guerra costituiscono l’impedimento alla sola possibilità di immaginarla e di giustificarla dal punto di vista logico-razionale, denunciandone allo stesso tempo quel creduto “senso necessario” che – straordinariamente attuale – sembra disumanamente rivestire come soluzione sociale. Al genere intimistico appartiene, invece, la lirica "Sul mio volto". In essa, la poetessa-figlia celebra il tema più intimistico della presenza-assenza, rappresentato dalla rievocazione del ricordo dei genitori defunti che rivivono in lei, sia nel corpo che nella mente. Una sorta di requiem dolce e affettuoso che sembra ritualmente verificarsi giorno per giorno e guidare l’autrice nel proprio cammino di vita: quasi fosse – questa – la sola consolazione al supplizio di chi manca e non può fare più ritorno.
Sul mio volto
Vedo mamma e papà sul mio volto
lo specchio diventa una casa abitata,
siamo tutti qui con il respiro attorno
siamo il mio viso in un’immagine ritrovata.
Allora non siete solo polvere,
siete forma e colore del mio aspetto d’oggi,
siete la linea marcata in mezzo alla mia fronte
siete la grinza che forma lo sguardo nei miei occhi
siete la piega che diventa smorfia
di un involontario sorriso,
siete il conforto puntuale dentro una lacrima
quella che non vuole bagnare il viso,
siete il rilievo strano del naso in mezzo
alla faccia quando non si vuole arrendere,
siete quella gioia profonda nascosta sottopelle
sotto l’espressione che non si sa estendere.
Siete i miei capelli, siete le righe e le rughe
tutte intorno al collo, quando sogno e rido,
siete lo spazio del mio volto vivo
siete il broncio indeciso del mio riflesso,
siete ciò che siete stati con me, adesso.
Eccovi. Siete qui con me
nonostante la morte,
non siete andati via, siete qui, con me,
dentro la mia faccia
dentro la mia sorte.
Siete la fisionomia invisibile
del nostro falso addio,
siete il vostro amore: forte e implacabile
che non vuole e non può lasciare il mio.
Annalina Paradiso (Rende - CS)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
VI Edizione 2023
Categoria "D" (Adulti)
III Premio
Luciano Giovannini
Motivazione: La semplicità bozzettistica e stilistica, legata ai toni dimessi della poesia dotta, connota le liriche di Luciano Giovannini, intitolate "L’ora dell’addio" e "Tempus fugit". L’interpretazione della prima diventa significativamente pregnante grazie all’epitaffio dedicato a Cesare Pavese. Si tratta, dunque, di un inno amoroso e affettuoso alla resistenza e alla vita, declamato attraverso la decantazione del suo stesso negativo, ossia la morte. Vari, infatti, sono i lessemi che rimandano alla deprivazione esistenziale: dal silenzio alla requie, dall’oblio alla notte; tutti simboli – questi – suggellati dalla chiara citazione pavesiana che ci ricorda come difficile sia il mestiere e il mistero della vita. La seconda lirica è invece incentrata sul tema della mutevolezza e dell’inarrestabile scorrere del tempo. Il motto virgiliano diventa sprone a godere immediatamente dell’essenza vitale, che ha il suo culmine nella compenetrazione panica tra i soggetti protagonisti della lirica e gli elementi naturali circostanti. Si tratta, dunque, di un avvertimento alla celebrazione di uno pneuma armonico e creaturale, perché destinato – altrimenti – a placarsi inesorabilmente.
L'ora dell'Addio
A Cesare Pavese
Di questa luce non vedrò il bagliore
ma solo il declinarne lento tra le colline e il Po.
Denso è il silenzio senza requie dell’oblio
e dell’immota notte che verrà.
Chiedo perdono a tutti e tutti perdono,
ora è giunta l’amena ora dell’addio.
T’amai un giorno e forse ancora t’amo,
disperata vita mia.
Luciano Giovannini (Roma)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
VI Edizione 2023
Categoria "C" (Istituti Superiori)
I Premio Assoluto
Emanuele Alimonti
Motivazione: Parole semplici sono quelle che accompagnano i pensieri notturni del giovane Emanuele. La sua è un’ispirazione che solca, in "Ai piedi della luna", i versi di alcuni grandi poeti della nostra letteratura, come Leopardi, Rodari, Merini mentre, nella lirica "Solo", l’eco è quella pascoliana. Continui sono i rimandi alla semplicità dell’infanzia, e alla figura di un bambino che alza, stupito, gli occhi al cielo: il tutto rimanda a uno struggente spaccato di realtà, caro alla memoria di ciascun osservatore silenzioso, e a immagini delicate ma incisive che evocano al tempo stesso suggestione, nostalgia e disincanto per una risposta che mai arriverà. Comun denominatore delle due poesie è il bisogno di volgere lo sguardo al cielo in cerca (e nella ricerca) della propria interiorità e della propria anima. Una silloge, dunque, compatta e ben costruita, che merita di aggiudicarsi il premio.
Solo
Nella notte di San Lorenzo
rimasi a guardare
le stelle cadenti.
Ero solo
e solo restai,
fissando il cielo.
Sopra ai miei occhi
scie luminose passavano
e il cielo solitario scuriva.
Trovai me stesso
immerso in quel cielo
che gradualmente moriva.
Emanuele Alimonti (Guardiagrele - CH)
- Categoria: Premio Maria Maddalena Morelli
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