I premi letterari di "Etruria Faber Music"
Attenzione! Prorogato il termine delle iscrizioni per la VII Edizione del Premio Letterario Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia.
Avete tempo fino al 15 ottobre 2024 per inviare le vostre opere!
Il bando è consultabile alla pagina Bando di Concorso - VII Edizione
Potete scaricare la Brochure seguendo questo link (attenzione: nella brochure è riportata la data di scadenza originale!)
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
IV Edizione 2020/2021
Categoria "D" (Adulti)
I Premio
Salvatore Lanno
Motivazione: L’originalità della poesia di Salvatore Lanno spezza, decisamente, con i canoni della nostra letteratura. è al genere del tautogramma, ossia del componimento a sapore enigmistico le cui parole incominciano tutte con la stessa lettera, che la lirica Silenzi scroscianti si riconduce. Gusto ammiccante al paroliberismo futurista (prima) e allo sperimentalismo neoavanguardista (dopo), scardinamento delle più ortodosse convenzioni e delle più lige strutture del componimento poetico sono ciò che connotano e denotano l’identikit di questo scritto. In esso, il nonsense logico-semantico e il divertissement linguistico destrutturano ogni biunivoco approccio razionale alla lirica, obbligando il lettore alla molteplicità di percorsi interpretativi e riflessivi. Nella poesia intitolata Pianto, l’autore sembra, invece, riappropriarsi dei più elementari mezzi poetici: assonanze, consonanze, rime baciate e false rime ridefiniscono un confine compositivo tradizionale, al di qua del quale la materia lirica ha modo di svilupparsi e di snodarsi con compostezza e misurata eleganza.
Silenzi Scroscianti
Salvatore suona sassofoni silenziosi,
solfeggiando sessanta settimane senza sosta splendidi sonetti.
Schiera studi sconvolgenti:
sequenze su semibrevi, semiminime, semicrome, semibiscrome,
staccati, sol, si, sincope…
Schizza scintille sonore.
Scaraventa starnuti stonati.
Smisuratamente scalmanato, smobilita successi singolari, sfumati;
Sostanzialmente senza sorrisi, spenti.
Sparge spartiti spogli, saranno sicuramente strappati.
Si sentono sordine sottotono: svegliano sovrani spettacoli stravinskijani.
Sogna strutture sinfoniche, sestine, settimine, soprani, scale,
strumenti svaniti sulla sabbia sonoramente scanzonati.
Pianto
Stringe forte la gola,
continua ancora.
Sembra che tutto vada in blocco
da sentirsi in ginocchio.
Una situazione non chiara,
ti manca l’aria.
Il tuo corpo perisce,
reagisce, impazzisce.
Un momento surreale,
fa tanto male,
un battito al cuore tambureggiante,
forse troppo palpitante.
Ed ecco, al culmine emozionale
quel fiume lacrimale,
Lo aspettavo da tanto:
è il mio pianto.
Salvatore Lanno (Rosate - MI)
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
IV Edizione 2020/2021
Categoria "D" (Adulti)
III Premio
Sara D'Aniello
Motivazione: Rimandi espliciti alla tradizione letteraria e, allo stesso tempo, ridefinizione degli stessi modelli in chiave personale connotano le liriche di Sara D’Aniello, intitolate Luna di sangue e Come se fosse sera. Nella prima poesia, la luna diventa attivamente protagonista della scena poetica: essa, umanizzata di pietas e di vita – di contro all’indifferenza statica propria di quella di eco leopardiana –, compartecipa alla dolorosa condizione degli «amanti bugiardi» e ingannati, spalleggiando chi, invece, ancora non demordente, tenta coraggiosamente di potersi innamorare di nuovo. Nella seconda poesia, invece, il tema del ricordo è ricondotto a quella parte della giornata a cui esso è più (o meno) serenamente deputato: la sera. Si fa strada, dunque, il sogno reminiscente – a scatola cinese – di un intreccio amoroso tra individui, inserito all’interno di un bozzetto in cui la natura circostante è inaspettatamente umanizzata, come testimoniano alcune espressioni quali «pietre scalze» e «foglie supine». Quella stessa natura, infine, che a sua volta è inserita all’interno di una temporalità attraversata dalla folata d’amore sprigionata dagli amanti, in grado così di rendere le «serate innamorate».
Luna di sangue
Luna rossa
caduta nel fuoco
osserva gli amori mancati
brindando alla vita
con un calice di vino sorretto dalle stelle.
Socchiude gli occhi
e sospira l’amore che non si vede.
Luna rossa
chiede silenzio
alle vite perse,
divorate dall’Amata notte.
Luna rossa
chiede perdono
per il sorriso
degli amanti bugiardi.
Luna rossa
caduta nel sangue
soffocata, torturata, strangolata.
Luna rossa
guarda stanca
solo chi
ha ancora il coraggio
di far tremare
forte il cuore.
Sara D'Aniello (Fondi - LT)
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Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
IV Edizione 2020/2021
Categoria "D" (Adulti)
II Premio
Alessandro Agostini
Motivazione: Una poesia decisamente incanalata nel solco della nostra tradizione letteraria è quella rappresentata dalle due liriche di Alessandro Agostini, intitolate Bufera sul mare e D’eterno desiderio. In entrambe prevale il gusto per l’ornatus stilistico e sintattico: abbondano gli stratagemmi retorici, dai più scolastici come metafore, similitudini e allitterazioni, a quelli meno convenzionali quali sinestesie, iperboli e anastrofi. Tutto concorre alla realizzazione di un modo di far poesia impegnata e totalmente controcorrente rispetto a quella a noi vicinissima. L’autore dedica, inoltre, la stessa minuziosa attenzione alla ricerca di vocaboli, lessemi e usi grammaticali d’origine dotta: ogni sorta di espediente è, dunque, lecito al fine di impreziosire la materia poetica. Eros e philia si ambientano all’interno di una natura partecipe e pietosa, e spesso nei versi antropomorfizzata perché complice dei sentimenti, dei dissidi e delle angosce dell’io poetante. Soggetti e oggetti, voci singole e plurime, suoni e rumori restituiscono l’immagine sfaccettata di un universo poetico temporalesco, e forse specchio generale dell’animo di chi tenta ma non si risolve.
Bufera sul mare
Con schianti e pacche
secche come schiaffi
nella fonda gola fra gli scogli
il mare burrascoso impatta.
Nubi di salmastro e polvere di schizzi
velano l’aria e il cielo scuro
a macchie
come un telo sporco di catrame.
Fra tonfi risucchi d’acqua
e gorghi
il piatto discrimine
dell’orizzonte è vuoto
solo poche rigonfie nubi
di color del bronzo.
Il buio cielo è teso
e solo lascia qua e là filtrare
come da un tendone rotto,
taglienti sprazzi di chiarore,
lucide lame che paiono cadere
da un altro e luminoso mondo.
Rari e sbiancati uccelli,
come cartacce nel cielo sparse
rapite da vortici e correnti,
sono a forza quasi sbatacchiati
incontro al vento che mulina.
Tenendosi stretto nella rigida cerata,
chi sta, osserva
e si sente lui centro della bufera,
come fosse il pernio cosciente
di uno sconvolto cosmo
di sibili e sciacquii sinistri,
in quell’imprecar di spiriti furenti.
In quell’urlare di flutti e scogli
Fra quei lamenti di roccia e vento.
Alessandro Agostini (Serravalle - PT)
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