I premi letterari di "Etruria Faber Music"
La giuria, costituita da:
PRESIDENTE: Claudio Santori - giornalista pubblicista, storico e Dirigente Scolastico a riposo
GIURATI:
Patrizia Fazzi - Docente di lettere italiane e latine a riposo, poetessa e critico letterario
Vito Amedeo Cozzi Lepri - Regista teatrale e dirigente scolastico a riposo
Sergio Castrucci - Giornalista e scrittore
ha selezionato, quali meritevoli di premio, le seguenti liriche:
CATEGORIA "Piccoli Poeti"
1° Premio: “Al mio papà” di Giordano Letizia (Vibo Valentia - VV)
CATEGORIA "Canzoniere"
1° Premio “Parole di Brunelli Dario Xavier (Cadorago – CO)
2° Premio “Pioggia d'estate” di Cevoli Casilda Chiara (San Nicola La Strada - CE)
3° Premio “Atto 2, scena 7” di Cevoli Casilda Chiara (San Nicola La Strada - CE)
CATEGORIA "Ragazzi"
1° Premio: “Capanna sullo strapiombo del mondo” di Casalone Giulia (Casale Monferrato - AL)
2° Premio: “Tempo” di Albanese Andrea (Pozzilli - IS)
3° Premio: “8 miliardi di clessidre” di Bencini Elisa (Sesto Fiorentino - FI)
CATEGORIA "Adulti":
1° Premio “Il pesco fiorito” di Giammaria Gabriella (Pescara - PE)
2° Premio “Alyan Kurdi” di Mari Remo (Monte San Savino - AR)
3° Premio “Pagine d'acqua” di Cattolico Paolo (Abbiategrasso – MI)
3° Premio ex aequo “La casa dove il tempo si è fermato” di Cioli Lavinia (Pistoia – PT)
La giuria, inoltre, ha ritenuto di poter segnalare come Particolarmente meritevoli le seguenti poesie:
"Ombre" di Gamba Roberto (Angiari - VR)
"Amerò" di Cinquepalmi Chiara (Noicattaro -BA)
I nostri più vivi complimenti a tutti i partecipanti a questa edizione del Premio “Francesco Petrarca – Città di Arezzo” e congratulazioni agli autori delle poesie vincitrici.
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- Categoria: Premio Petrarca
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
II Premio
Alyan Kurdi
Lo sento il freddo del mare
in quella notte imboccata contromano,
appesa, invisibile, ad un viaggio
che più non può tornare indietro.
Bodrum, sulla spiaggia la risacca
di un bimbo rimbocca le vesti,
culla, all’onda lenta del mattino,
del sonno senza peso della morte.
No, non è della madre il dolce nido
che lieve tiene a sé la sua creatura.
Avversa giunse presto quella sera,
acque oscure, silenziose e senza fondo,
sottile cupo vetro delle onde,
neri dadi gettati dalla sorte.
Povera madre,
nel gorgo di un gommone rovesciato,
l’abisso ha sciolto il disperato abbraccio
e di terrore arranca un muto grido.
Notte che dirada all’orizzonte,
allagata da una luce senza sole,
dolore alla bruma attorcigliato,
impigliato allo stipite dell’alba.
Maglietta rossa, calzoncini azzurri,
il visino sulla sabbia abbandonato,
ed il suo nome, Alyan,
voluta di incenso che sale,
un inshallah appena sussurrato.
Il tempo si è spezzato in fondo al mare,
pentagramma che si chiude nel silenzio,
ma al di là della vita, sulla soglia,
d’un tratto si guarisce dalla morte.
È il laccio slegato in un respiro,
tenerezza che torna nel sorriso,
luce sulle ombre sgualcite del mondo,
sulla sua pietà scritta a matita.
Remo Mari (Monte San Savino - AR)
Motivazione: Il componimento descrive con immagini tenere e insieme dolorose la tragica vicenda di un bimbo emigrante sbattuto sulla spiaggia. Pregevole il ricorso a termini legati al paesaggio e all'origine dell'innocente naufrago.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
I Premio
Il pesco fiorito
Pieno di fiori rosa, un grosso pesco,
in un giorno bello di Primavera,
“O qui ci ragiono sopra o non ne esco”
si disse nella confusione in cui era.
Non capiva come, sì fermo a terra,
non riuscisse ad andar dove voleva,
magari rifugiarsi nella serra
come quel giorno in cui tanto pioveva:
comunque fosse minaccioso il cielo
portatore di nuvole e tempesta,
ci fosse afa, freddo intenso o gelo,
niente cambiava, la realtà era questa.
“Abbarbicato al centro di quest’orto,
il temporale io non lo sopporto,
con gli acquazzoni e i tuoni e il vento forte,
sospinto qua e là, mi impaurisco a morte”
…si diceva questo mentre per strada
vedeva passar, carichi di biada,
carretti trainati da buoi e cavalli,
vedeva greggi con pastori e cani,
le corse di bambini scalmanati
per la via lunga e per i verdi prati.
Ma ancora vestito di fiori rosa,
è folgorato da un’idea grandiosa.
“Che bisogno ho di raggiunger la gente,
quando viene da me spontaneamente
ad ammirare il trionfo dei miei fior
ogni anno sbocciati ai primi tepori
di Primavera che ravviva i cuori.
E che bisogno ho di cercar compagnie
se uccelletti saltellanti tra i rami
con gorgheggi e trilli creano le magie
di feste ornate di petali e stami.
Che bisogno… se bimbe, alla mia ombra,
intreccian ghirlande di fiori rosa
da metter tra capelli lisci e ad onda,
trastullandosi in giochi senza posa.
Grazie Signore, grazie veramente
per quel che mi dai indifferentemente
e se per strada è ferma ancora gente
a stupirsi di un pesco sì fiorente,
vuoi che sia subire e accettar tempesta
quando è seguita poi da tanta festa.
Questo dico ed in conclusione penso,
qualor pensasse un albero di pesco”.
Gabriella Giammaria (Pescara)
Motivazione: Originale soliloquio di una pianta in fiore che si rende conto del valore della sua bellezza, apportatrice di gioia nei cuori. Il componimento si avvale di rime alternate e baciate di una sapiente metrica.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Canzoniere"
II Premio
Pioggia d'estate
La prima goccia scende solitaria
e quando si posa, viene crudelmente
inghiottita dalla terra.
Poi, arriva la seconda, sua sorella,
ma un albero, impietosito,
muove una fronda e la raccoglie.
I cavalli e le giumente chiamano
i propri puledrini stanchi
dopo una lunga giornata.
Le rondini volano basse
e i ragni si rifugiano nelle case:
chi siamo per scacciarli?
La terra non è tutta nostra.
Il cielo piange. Gli piace osservarci
da lassù, e non vuole a sera che noi
torniamo a casa. Ignaro che così
ci fa scappare prima.
Quando se ne accorge, si scatena
e crea il temporale, urlando e
liberando elettriche scosse.
Poi si calma, e fa apparire
un ponte di sette nastri colorati.
Più ci avviciniamo, più s’allontana:
è come la felicità che, apparente, c’inganna,
facendoci credere di essere già lì,
pronta ad afferrare a nostro piacimento,
quando siamo noi a doverla creare.
Lo sapeva bene, il temporale,
che muore solo per l’arcobaleno.
Casilda Chiara Cevoli (San Nicola La Strada - CE)
Motivazione: Il componimento si fa apprezzare per le immagini di forte valenza emotiva e l'efficacia della struttura metrica a strofe irregolari.
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